Le malattie linfoproliferative croniche rappresentano una della più frequenti patologie onco-ematologiche dell’età adulto-avanzata. Visto l’aumento dell’età media di vita nel mondo occidentale nei prossimi anni queste patologie avranno un incremento molto significativo dell’incidenza. Trattandosi poi di patologie croniche a bassa mortalità la prevalenza sarà ancora più in incremento. La terapia di queste patologie ha avuto negli ultimi 10 anni importanti cambiamenti in particolare con l’avvento degli inibitori della Bruton Tirosin Chinasi (BTK). Questi farmaci hanno decisamente cambiato l’andamento di queste malattie permettendo di ottenere ottimi risultati anche nei pazienti che risultavano resistenti alla chemioterapia. Sempre più questi farmaci stanno sostituendo la immuno-chemioterapia che viene sempre meno utilizzata. La classe di farmaci inibitori del BTK presenta degli effetti collaterali che devono essere attentamente valutati per evitare una sospensione troppo precoce di terapie efficaci. Per questo la collaborazione con il farmacologo clinico e con il cardiologo sono di fondamentale importanza per fornire il miglior trattamento a ciascun paziente riducendo al minimo gli effetti collaterali.
Nelle malattie linfoproliferative croniche si fa sempre più ‘pressante’ la ricerca di trattamenti che evitino l’utilizzo di chemioterapia. Il passaggio quindi da una terapia tradizionale ad un trattamento innovativo rappresenta un importantissimo campo di confronto fra gli specialisti ematologi e altri specialisti per garantire ai pazienti trattamenti sempre più efficaci e meno tossici.
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